Pensieri e Riflessioni · Zia Sara

Cose belle che fanno stare bene

Piccole gioie e eventi piacevoli che fanno molto piacere e che rendono speciale un bel pezzo di giornata.

La prima di queste cose è che io, proprio io, che riesco a malapena a tenere su il telefonino con una sola mano, sono stata l’unica che è riuscita a far aprire la bocca e mangiare il mio nipotino che non mangiava da un giorno intero per colpa del male ai denti! Una soddisfazione e una gioia non da poco! Avevo gli occhi licidi mentre lo imboccavo!

Un’altra cosa bella che è successa è stata che il professore del liceo che avevo incontrato qualche settimana fa mi abbia scritto e espresso il piacere di mantenere i contatti. Ne sono molto felice, e sicuramente cercherò di scrivergli ogni tanto.
Anche perché già da qualche mese stavo aspettando di trovare un “nonno” tramite l’iniziativa dei nipoti di penna che ho conosciuto tramite i social. Ma ancora non avevo trovato nessuno.
Posso quasi dire che il nonno di penna ha trovato me!

Eventi

Incontri che meravigliano

Questa mattina mi sono emozionata e ancora sono felice dell’incontro, del tutto casuale, che ho fatto questa mattina.

Ero di ritorno dalla passeggiata con la mia assistente, avevamo appena recuperato il suo portafoglio che le era stato rubato mercoledì e fortunosamente ritrovato da una persona gentile e educata che si è prodigata a rintracciare il proprietario, e ci stavamo per immettere in uno stretto passaggio di tubi innocenti di un cantiere sulla facciata di un palazzo, che da quel passaggio vedo sbucare un viso conosciuto.

Mi illumino all’istante, anche se la mascherina a tutta faccia probabilmente non ha fatto vedere quanto grande fosse il mio sorriso e lo saluto! Era il mio professore di filosofia del liceo!

Sono passati parecchi anni, quasi tre decenni e lui era andato in pensione un paio d’anni dopo la mia maturità, e cosa fa? “Ciao! B! (il mio cognome) come sta?” E io già lì mi emoziono e gli dico “ma professore, che onore, si ricorda addirittura il mio cognome!” e lui “certo, S (il mio nome) che mi ricordo!” “addirittura il nome! Professore, così mi fa emozionare, che onore!”.
E da lì siamo rimasti a chiacchierare un paio di minuti prima che ci raggiungesse anche la moglie con la quale era in giro e anche lei, essendo stata prof nello stesso istituto e avendo avuto per un anno mia sorella, quasi quasi mi riconosceva anche lei!

OK, tutti dicono che sono cambiata poco perché si sicuro non sono cresciuta e non ho nemmeno più cambiato taglio di capelli, ma cavolo, avevo la mascherina ed ero accompagnata dalla assistente, che non è mia mamma, che tutti conoscono e riconoscono (anche lei come “la mamma della S”)!

Abbiamo parlato di me, della mia laurea fuori tempo, di mia sorella e del nipotino e di come passo le giornate aiutando i ragazzi del sito.
Gli ho lasciato, su sua richiesta, i miei recapiti mail e numero di telefono e, che dire, sono curiosa di vedere se mi scriverà!

Averlo incontrato e averlo trovato così bene mi ha fatto veramente tanto piacere, talmente piacere che ancora adesso questo incontro mi sta rendendo felice. Un professore che dopo così tanti anni ancora si ricorda il mio nome e cognome, non so se sia una cosa da tutti, soprattutto se il professore inizia ad avere una certa età anagrafica e il tempo che ci ha separati non è poco, avendo io fatto la Maturità nel 1999!

Insomma, oggi sono felice!

articolo · Pensieri e Riflessioni

Decisione difficile ma i tempi erano maturi

Non più tardi di un mese fa era mia ferma intenzione aspettare ferragosto per poi scrivere una mail alla gentaglia (appellativo che si sono guadagnati) dell’università per chiedere delucidazioni riguardo all’articolo. Già stavo pensando al tono da usare, se far finta di credere che fosse già stato spedito o se invece chiedere semplicemente notizie.

Avrei anche usato il blog per esporvi i fatti e chiedere aiuto e consiglio su come fosse meglio comportarmi.

Invece sono stata in vacanza e alla fine sono arrivata ad una decisione che per il momento ritengo essere la migliore.

Mi costa, perché metto un bel guinzaglio alla mia indole vendicativa che mi ribolliva nelle vene, ma è l’unica soluzione che mi permetterà, col tempo, di far sbollire tutto ciò che, di questo articolo, mi ingarbuglia la pancia.

Ho deciso che lascio perdere!

Non ho detto che non mi interessa più, ho detto che lascio perdere.
Anche se fa male.
Anche se mi costa.

In fin dei conti è stato il prof a chiedermelo e se a lui non interessa sapere come procede il lavoro, o se ne è dimenticato (cosa certa visti i precedenti e visto il tempo trascorso), significa che non ci teneva così tanto a pubblicare il lavoro o magari si è reso conto che ciò che ho fatto era effettivamente campato in aria come ho sempre cercato di dire io.
S probabilmente ha le sue cose da fare e non la biasimo. Da ciò che mi ha raccontato ad aprile, il tempo ulteriore da dedicare all’articolo sarebbe stato veramente molto, e doverlo fare per una cosa che non è nemmeno tua, beh, anche io forse avrei tirato il culo indietro.

Fatto sta che un briciolo di serietà me lo sarei aspettato specie se ad un certo punto si sono resi conto che era inconsistente. Cerchi una mia mail, mi contatti e me lo dici o per iscritto o a voce.
Per come sono andate le cose da aprile ad oggi e specialmente nell’ultimo anno, se ne sono di certo scordati e io non ho nessuna intenzione di dar loro questa bella notizia, ne tantomeno di rincorrere la gente. Non più. Non di nuovo per questo articolo.
La mia vita è già complicata da gestire così com’è, psicologicamente parlando.
Faccio come i giapponesi, aspetto il nemico sulla sponda del fume: vedremo se, quando (e sopratutto come) avranno il coraggio di farsi vivi… se tra qualche mese gli tornerò in mente!

Ai miei occhi si sono dimostrate persone inaffidabili anche se durante la tesi mi hanno seguito bene e sono soddisfatta e orgogliosa di quanto fatto.
Se verrò contattata nuovamente deciderò se rispondere.
Mi prenderò i miei tempi per decidere… e se mi passerà di mente?? eeeeh pazienza!