Pensieri e Riflessioni

Un pensiero, all’improvviso

Non stavo facendo nulla di particolare e all’improvviso mi sono venuti in mente quelli che lasciano le recensioni negative sui ristoranti, e ho fatto questo pensiero, che probabilmente si collega anche ad una cosa su cui avevo riflettuto al mare: mi da idea, sembra quasi che stia diventando sempre più frequente che la gente percepisca la realtà, la vita, le cose che succedono e quelle di cui fanno esperienza, non come qualcosa di collegato alla vita, qualcosa appunto di cui godere, qualcosa da percepire, ma come se fossero degli spettatori e che quello che gli si presenta davanti sia messo lì per loro e che debba poi essere valutato, qualcosa quindi che esiste solo perché gli diano un punteggio positivo o negativo.
Quindi non più come qualcosa di estraneo di casuale, di vitale, inteso come cosa che fa parte delle vicende della vita!

Questo pensiero un po’ mi turba.

Filosofia di vita · intelligenza artificiale

Riflessioni sull’intelligenza artificiale

Io non sono certo una patita di tecnologia, non sono per nulla informata sui nuovi ritrovati della scienza e della tecnica e oltretutto sono anche un po’ timorosa quando devo usare qualcosa di tecnologico per la prima volta, quindi forse questi miei pensieri hanno qualche errore di concetto, ma li voglio scrivere.

Da quando qualche mese fa è diventata improvvisamente disponibile al grande pubblico una intelligenza artificiale, sembra quasi che si sia scatenato l’inferno come se avessero scoperto degli alieni sulla terra intenzionati a prenderne possesso sterminando la popolazione umana.

Mi fanno ridere!

La gente, intesa come superorganismo umano si sta comportando in modo ridicolo di fronte a questa cosa che ha appena scoperto.

Beh, direi che è abbastanza ovvio che questa fantomatica intelligenza artificiale esiste ed è usata da anni, solo che adesso è diventata fruibile anche all’ignorante (inteso come colui che non conosce qualcosa) e l’ignorante ne ha paura. Come sempre. Come ogni volta che la tecnologia e il progresso ad essa associato rende disponibile al grande pubblico qualcosa.

A me piace guardare ste cose da fuori, perché mi piace riconoscere le dinamiche, sempre simili, di queste novità.

Ciò che vedo è che è stato messo a disposizione di tutti uno strumento potentissimo ma anche molto versatile e facilissimo da usare. Talmente facile, talmente alla portata di chiunque, che ovviamente capita che venga utilizzato male e crea danno, crea situazioni ridicole, o pericolose, semplicemente perché la gente non lo conosce e non ne rileva i limiti.
La gente ha creduto di avere a disposizione una sorta di dio onnisciente e l’ha usato per farsi fare il lavoro, per farsi scrivere discorsi, esami, lettere, denunce, arringhe… salvo poi rendersi conto di aver invece messo in scena la più grossa figura di m della propria vita. Perché l’AI è tutt’altro che intelligente!
Noi umani siamo intelligenti, lei è una macchina e quindi per definizione stupida!

Ma andiamo avanti col discorso.
Alla base dei problemi c’è il fatto che non si conosce lo strumento che è stato messo a disposizione e a me questa cosa fa ridere un sacco, perché non posso pensare che prima di farti scrivere il discorso tu non abbia anche provato a “giocarci”, facendogli scrivere qualcosa di non utile per il tuo lavoro, e se lo hai fatto, non puoi non esserti accorto dei limiti e degli strafalcioni che produce questo “dio” fatto a PC che ti trovi davanti, e che quindi tanto capace e onnisciente non è!

Dopo che la cronaca ha riportato vari episodi di uso improprio e ridicolo di questo potente mezzo (non è certo “potente” quello messo a disposizione dei comuni mortali, eh!) ecco che, come era prevedibilissimo, sono arrivati quelli che vorrebbero vietarne l’uso, impedirlo, sanzionarlo e in buona sostanza, provare a far tornare il mondo com’era prima!

Mi spiace, non è possibile! Ormai il passo è fatto!

Io non so se sono più intelligente di altri che occupano posti più importanti nel governo dei vari aspetti delle nostre vite, ma non ho nessuna paura di questo nuovo strumento, non ho nessun timore che possa danneggiarmi e nemmeno che possa “togliere posti di lavoro”, come spesso viene urlato ai quattro venti per appoggiare la battaglia verso l’eliminazione delle AI dal mondo.

E’ uno strumento nuovo, e come tale chi si troverà ad usarlo dovrà capirlo meglio, dovrà scoprirne i limiti e le potenzialità e lo dovrà fare provando e sbagliando per un sacco di tempo, perché non esiste un libretto di istruzioni, esiste solo la nostra capacità di esseri umani di capire, provare, sbagliare, trovare l’errore e riprovare. Insomma, la nostra intelligenza, che andrà usata dopo aver usato quella artificiale.
Solo noi umani possiamo farlo e la macchina potrà solo darci una mano per fare il grosso del lavoro, poi sarà il nostro intelletto a dover prendere il risultato e valutarlo, correggerlo se necessario e usarlo se va bene.

Faccio due esempi: Ariel, la sirenetta, nel primo film d’animazione usava l’arriccia-spiccia per pettinarsi e farsi i ricci. Per lei era quello l’uso di quello strumento. Per tutti noi era una forchetta e la usiamo per mangiare. Io la uso anche per grattarmi, specialmente in testa e sulle spalle.
E’ uno strumento e viene usato in tanti modi diversi. Come è uno strumento la AI.
E se pensi di dissodare l’orto con una forchetta, non ti meravigliare se a fine giornata avrai la schiena a pezzi e non avrai fatto che mezzo metro quadro di lavoro!

Immaginiamo che la tecnologia di produzione delle lame divenga così avanzata ed economica da poter essere facilmente usata nelle fabbriche di posate. Cosa succederebbe se da un giorno all’altro vendessero coltelli “taglienti come bisturi! Nessuna bistecca sarà più dura!”? Come minimo una epidemia di amputazioni di mani e dita, tale da intasare tutti i pronto soccorso d’Italia.
Il tutto perché la tecnologia disponibile è stata usata nel modo sbagliato, nel posto sbagliato.
E così vale anche per la AI.

Sarà un aiuto incredibile per il futuro, è una invenzione epocale, probabilmente ancora più impattante dell’invenzione del microprocessore che ha rivoluzionato e cambiato per sempre il mondo dell’elettronica, dei PC prima e che adesso sta dandoci smartphone sempre più capaci e potenti.
Chissà se all’epoca c’è stato qualcuno che avrebbe voluto impedire la vendita al pubblico dei primi calcolatori!
Io penso di si, al grido “quelle diavolerie distruggeranno il lavoro e il genere umano nel giro di qualche anno!” e sinceramente non mi sembra che sia andata proprio così!
Il lavoro si è adattato, si è plasmato accogliendo le nuove invenzioni, le nuove tecnologie e disponibilità.
Si chiama progresso. Non si può fermare e sarà fisiologico adattarsi alle novità che esso porta con se!

Cercare di fare resistenza e ostruzionismo avrà come unico risultato quello di impedire al singolo, alle aziende, di conoscere questa tecnologia, di imparare ad usarla, di inventare e pensare a nuove e importanti applicazioni che potrebbero invece diventare utilissime nel futuro. Con quale risultato? Farci rimanere indietro, farci diventare “gli scemotti della compagnia”. E ovviamente non sto parlando specificatamente di Italia.

Filosofia di vita · Pensieri e Riflessioni

Fine vita, secondo me. Pensieri liberi

Siamo alle solite. Ciclicamente ritorna e ciclicamente non si fanno passi sufficienti. Spero sempre sia la volta buona ma non lo sarà nemmeno stavolta. Il fine vita in Italia continuerà ad avere una storia travagliata e difficile esattamente come le persone alle quali dovrebbe dare sollievo.

Io credo che il problema, ancora una volta sia del genere che ricade in “siccome io credo che a xy questa cosa dia fastidio, allora me ne lamento e protesto, così faccio bella figura con Tizio”

(un po’ come disse un mio professore “ci preoccupiamo sempre troppo di quello che noi pensiamo che gli altri pensino di noi e troppo poco di quello che realmente pensano”)

Per quel che mi riguarda è un argomento che sento moltissimo e nel mio piccolo sto cercando di fare in modo che, semmai dovesse capitare a me, chi mi ama sappia cosa voglio, ma l’aura di tabù che aleggia sempre su questi argomenti è molto difficile da sciogliere.

Come giustamente ha detto una persona che stimo, in ballo non c’è il diritto a morire puro e semplice, ma il diritto a morire bene, dignitosamente.

Più volte ho detto che l’uomo con la tecnologia ha preso un po’ il posto di Dio. È arrivato ad avere la possibilità di mantenere la vita e le sue funzionalità, ma questo non sempre aiuta la Vita. La vita non è fatta solo di un cuore che batte e di polmoni che respirano. Non è infatti come cercano di dire certi integralisti, che si aprirà la via all’omicidio, perché non si tratta di uccidere nessuno, si tratta di fare un passo indietro dalla condizione di Dio che l’Uomo ha raggiunto. Non è un fallimento per l’homo tecnologicus, è banalmente la dimostrazione che è in grado di utilizzare in modo etico, umano, saggio, i potentissimi strumenti che è stato in grado di inventare.

Per molti arriva un momento in cui, nonostante ci sia un cuore che batte e i polmoni che vengono riempiti, la vita non c’è più. Non c’è contatto e interazione con il mondo. C’è solo un corpo le cui funzioni sono assicurate ad un filo di rame, la mente non più presente nella realtà…

Cosa distingue questi malati dalle persone che magari non vedono, non sentono, non parlano, non ci stanno con la testa… Normalmente?

Che i malati sono arrivati a quella condizione dopo un percorso di malattia (spesso genetica, sicuramente progressiva), durante la quale la quotidianità è stata frantumata pezzo per pezzo. A volte invece cambia nel giro di pochi istanti come per dj Fabo e Eluana, a volte in anni come per Welby. Per queste persone non c’è speranza di un rewind. Nulla potrà tornare a come era anche solo una settimana prima. Nulla!

Loro, i malati, a differenza di altri, possono vedere il loro futuro, lo conoscono e sanno che è un futuro vuoto, ma carico di dolore, e non riescono ad accettare quel dolore che si trovano costretti a porre sulle spalle delle persone che amano e trovano inaccettabile una esistenza di vuoto per sé e di dolore per chi amano.

La tecnologia ha fatto e fa moltissimo, la tecnologia salva molte vite. Quante centinaia di migliaia di persone subiscono una tracheostomia in situazioni di emergenza, a loro salva la vita, a molti altri la prolunga per anni perché la malattia ha loro tolto la facoltà di farlo da soli ma se, pezzo dopo pezzo ti si spegne ogni funzione che l’uomo riesce a imitare, è davvero accettabile costringere a vivere chi subisce queste privazioni e sostituzioni?