Non c’è che dire, stamattina è stata veramente una mattinata da venerdì 17, peccato solo fosse lunedì!
Alzataccia all’alba per raggiungere l’ospedale di Padova.
Appena fuori dall’autostrada mio padre sbaglia strada e ci vediamo costretti ad allungare i tempi di almeno 10 minuti. Per fortuna io e mia madre siamo previdenti e gli avevamo già detto che l’appuntamento era 10 minuti prima di quello che in realtà era, perché altrimenti ci trovavamo giuste giuste con i tempi e a fare le corse… e con me non è che si può tanto fare in fretta, i miei movimenti sono fissi…
Comunque arriviamo ben in anticipo lo stesso, passiamo all’accettazione e da quel momento vi assicuro, pare che la sfiga abbia fatto la migliore delle sue performance!
Arriviamo all’accettazione e scopriamo che il mio intervento risulta annullato. Annullato 2 minuti dopo averlo prenotato, per essere precisi. Circa 6 mesi fa. 6 mesi fa era la prima data disponibile in chirurgia plastica.
Piccola annotazione: quel giorno di 6 mesi fa avevo richiesto alla dottoressa che mi ha prescritto l’asportazione, di poterlo fare in chirurgia plastica perché ho molti problemi e volevo un medico che sapesse fare il suo lavoro restando solo sulla pelle, ma anche perché la volta precedente avevo trovato, per la prima volta in 39 anni di vita, un medico che avesse sentito quantomeno nominare la mia malattia e sapesse a spanne cosa fosse.
Quindi anche questo fatto aveva il suo peso, ma ancor di più il fatto che la cicatrice di allora è invisibile, la sutura era stata fatta con filo riassorbibile e di quelle sottocutanee. Una pacchia perché zero dolore, zero disinfezione, zero punti da togliere, cucitura stabile durante i movimenti.
Ero riuscita a mantenere la copertura di cerottini praticamente fino al giorno in cui sono andata dal mio medico di base a far tagliare l’unico nodino esterno che doveva essere tagliato.
Sospettavo che se mi avesse operato un dermatologo mi avrebbe messo i punti classici, quelli separati, col nodo, da disinfettare ogni giorno, e da togliere dolorosamente dopo qualche giorno. Ovvero ciò che fanno i dermatologi anche qui! Ma sopratutto avrebbe fatto una brutta cicatrice perché il posto è davvero infame: ci devo per forza stare appoggiata sopra tutto il tempo che sono sveglia e è sempre in trazione. A letto no, grazie al cielo.
Comunque… arriviamo, aspettiamo che apra il reparto e poi comincia la spola tra la segreteria del reparto, dove capiscono il problema, ma non hanno posto oggi, “provate a vedere se lunedì prossimo, ve la mettono con urgenza”, poi al CUP ma non possono prenotare loro perché è l’altra struttura sanitaria di Padova. Corridoi immensi fatti 2 3 volte perché reparto, accettazione, CUP sono in 3 posti diversi.
Quindi torniamo in macchina. Altri chilometri per andare all’altro ospedale.
Passiamo di nuovo all’accettazione e spieghiamo tutto di nuovo facendo presente tra l’altro che io ho già iniziato da ieri una cura “pesante” pre-operatoria con la speranza di subire meno danni…
Chiamano a destra e a sinistra, fanno presente la cosa, e alla fine mi trovano un posto per quel giorno stesso, lì in reparto.
Lì in reparto di dermatologia. Con un chirurgo dermatologo. Esattamente dove avevo esplicitamente chiesto di non finire 6 mesi fa! (Quanto conta come sfiga questa cosa?)
Entro e ci spieghiamo. Io spiego a lui la mia malattia e lui spiega benissimo e chiaramente a me che anche se il posto è “brutto” non ci sono pericoli di sorta e ok, mi devo fidare. Mi sistemo sul lettino e comincia.
Poi mette i punti. Separati. Ne ho contati almeno 5. Non riassorbibili, quindi da disinfettare ogni due giorni e sopratutto da togliere tra qualche giorno. Metà del tempo che ho tenuto coperti quelli riassorbibili. Come potrà mai andare a finire questa storia?
Vedremo cosa succederà di sta cicatrice e di questi punti.
17.
Non volevo farmi operare in dermatologia e ci sono finita praticamente a calci.
Mi sto massacrando di farmaci e ho rischiato di non operarmi
Mi sono operata e mi è stato detto che non serviva massacrarmi di farmaci (mi sa che forse l’avrei fatto lo stesso perché è l’unica autonomia che mi resta e non sono pronta a perdere anche questo poco che mi resta!)
Mi sfogherei di dolci ma non ne ho in casa e sopratutto sono già gonfia per via della cura che ho deciso di fare…