Eventi · Pensieri e Riflessioni

Sindrome da dieta

Tutto e subito 

Ogni necessità, ogni desiderio, ogni richiesta va esaudita subito.

È un po’ questo quello a cui ci siamo abituati in questa società tecnologica di smart-tutto.

Eppure non mancano, nemmeno nella vita quotidiana di ciascuno, le situazioni in cui è necessario aspettare, o quantomeno rinviare la soddisfazione della necessità appena sorta. 

Sembra quasi che sia diventato difficile accettare anche solo l’idea, che una futura necessità, non possa essere esaudita subito.

Penso a quelli che si dichiarano disperati perché non possono abbracciare chi amano, quelli che addirittura soffrono per non poter andare al cinema, quelli incattiviti perché i musei fanno entrare col contagocce. Ma anche a quelli che “per smorzare la tensione” decidono di indire feste nella pubblica piazza. O gli studenti che fanno le valigie perché le università sono chiuse, e tornano dalla famiglia.

Mi sembra quasi che la limitazione momentanea della libertà quotidiana venga vissuta come le restrizioni di quando si è a dieta, che paradossalmente fanno nascere “voglie” di cose che normalmente non si mangiano così spesso (o non si mangiano proprio!).
Solo che, quando si parla di dieta, si tratta di rinunciare a qualche grammo di pane, pasta, dolci, per uno scopo personale, qui, con la Covid-19 in circolazione, si tratta di modificare la propria quotidianità per una decina di giorni con l’unico scopo di impedire la morte di molte persone e di far collassare il sistema sanitario nazionale a causa dell’arrivo di centinaia di ammalati. Si tratta di altruismo. Si tratta di responsabilità civica.

Non posso credere, non posso pensare, che la disponibilità a collaborare ci sia solo in chi, per i motivi più disparati, è entrato nella bolla di conoscenze di persone a rischio. 

Non voglio credere che in Italia siano tutti affetti dalla sindrome di San Tommaso che “non credo se non ci metto il naso”. 

Non posso pensare che siano tutti così spavaldi da pensare di essere immuni, da disprezzare così tanto la vita da rischiare consapevolmente di perderla.

Ma soprattutto perché noi persone già fragili, dobbiamo vedere impennarsi la possibilità di lasciare questo mondo e i nostri affetti perché c’è gente irresponsabile che trova inaccettabile rispettare qualche regola per qualche giorno?

Ah già, dimenticavo, avete ragione, mors tua vita mea e a me che me frega! Scusate, che sciocca che sono stata!