Pensieri e Riflessioni

Intelligenza artificiale

Ormai ce lo dicono perfino al telegiornale, non c’è aspetto della nostra vita che non sia sorvegliato da un qualche cervellone. Il cellulare prima e le app poi sembrano essere la gallina delle uova d’oro per il rastrellamento di informazioni personali. Qualcuno è più consapevole, qualcuno meno, ma gira e rigira finisce tutto in un qualche database per la profilazione.

Ha iniziato Facebook vari anni fa, e da quel momento ho deciso che mai e poi mai avrei aperto un profilo su quel social, ma a quanto pare la mia è una vittoria di Pirro, perché Facebook che si è mangiato Whatsapp ha comunque tutte le info che io scambio con i miei amici per il semplice fatto che loro hanno Facebook, e dai controlli incrociati dei numeri di telefono conosce i loro nomi e mi ha comunque profilato.

Ma non solamente lui, anche Amazon mi sta profilando, conosce i miei gusti, conosce nomi e indirizzi dei miei amici e parenti (quelli a cui spedisco o ho spedito) e sa cosa cerco e cosa metto nelle liste e se lo faccio vuol dire che ho interesse per quel genere di articolo.

Varie app del telefono sanno le mie mail, alcuni dati come data di nascita, impronte digitali, cosa ho mangiato, di quale umore fossi, se sono uscita di casa e quanto ci sono rimasta. Ma hanno anche a disposizione la mia voce dei messaggi vocali e ovviamente la mia magnifica faccia usata non solo come pic nei vari siti ma anche qualche giorno fa per crearmi dei magnifici adesivi/stickers personalizzati da usare ovunque voglia!

Il cervellone della prepagata sa cosa compro, con quale frequenza, dove. (Ah, sappiate che anche la tessera ricaricabile del reddito di cittadinanza servirà per tracciare spese e abitudini degli utilizzatori, e non so se voglio sapere che uso ne verrà fatto di questa montagna di dati o chi ha già le carte in mano per poterla avere e usare…)

Insomma, volenti o no, siamo stati radiografati e quasi tutto di noi ha lasciato una qualche traccia. Tutto sommato potrebbe non dispiacermi ma si sa, non è lo strumento ad essere pericoloso ma lo può diventare l’uso che se ne fa. Un coltello serve per tagliare la bistecca e affettare una mela, ma può servire per uccidere…

Stavo però pensando (cosa strana, no?) siamo proprio sicuri che queste info raccolte in modo automatico, rispondano davvero alla verità? Possiamo noi in qualche modo, orientare queste informazioni?
Mi torna in mente la storia di una signora che ovviamente ha usato pc, social ecc come facciamo comunemente anche noi anche durante i mesi della gravidanza, quindi probabilmente entrando a far parte di quel genere di utente: donna, futura mamma, mamma tra x mesi, figlio di y mesi a partire dal mese di… Insomma un inquadramento perfetto.
Ha perso il bimbo a pochi giorni dalla fine della gestazione e continuava ad essere oggetto di pubblicità “a tema”, pubblicità che le venivano proposte perché era stata profilata così ma che per lei erano fonte di forte stress psicologico. Aveva cercato un modo per uscire da queste categorizzazioni ma non c’era riuscita e giustamente aveva sollevato la questione che in effetti condivido: come sapere come siamo stati profilati? Come viene garantito che la profilazione sia aderente alla realtà?

Vi faccio un esempio: io su “big A” compro esclusivamente per altri. Principalmente regali. In genere per bambini dagli 0 ai 6 anni.
Non ho figli, però “big A” continua a propormi Liste nascita.
In una farmacia on line acquisto quasi esclusivamente integratori per mia nonna che ha 96 anni.
Che idee si saranno fatti i cervelloni di questi due sistemi? Probabilmente che sono una nonna, con dei nipoti! E se non è proprio così, queste idee sono errate o almeno non corrispondenti pienamente alla realtà!

Certo è possibile evitare di vedere la pubblicità mentre si naviga (Vedi G le so ste cose, lo uso l’ADblock! ?) ma ad esempio su twitter la pubblicità appare nella TL e solo andando a fare pulizia degli argomenti preferiti è possibile arrivare quasi a non averne, ma non ovunque si può. Anzi, spesso non si sa nemmeno cosa viene carpito!

Sicuramente i sistemi sono già stati inventati e chissà quale algoritmo viene usato o chissà come avviene ma io mi chiedo: come fa l’intelligenza artificiale ad essere sicura di aver capito bene chi sono?
Ma sopratutto, non sarebbe opportuno e utile per tutti i soggetti coinvolti, accertarsi che le informazioni raccolte siano effettivamente coerenti e adeguate?

Mettiamo il caso che per aiutare un conoscente mi metta a cercare informazioni sulla fauna ittica australiana, sui metodi di pesca e sui pesci presenti. Verrei probabilmente archiviata così: appassionati di pesca, prenotazione viaggio, vestiario da trecking, attrezzatura da pesca, Australia, bellezze naturali… con pubblicità collegata a tema.
Ma a me non me ne frega nulla e io non metterò il naso fuori dall’Italia!
O magari per il solo fatto di aver usato sui social una qualche parola o avere follower di un certo tipo, mi fa entrare automaticamente in categorie nelle quali non mi riconosco o che magari proprio non sopporto!

Se ci pensate è un “problema” perché questo è un esempio ma a quella donna è successo davvero ed è stato probabilmente terribile!
E io produttore di pannolini o di camerette potrei considerare negativamente il fatto che la mia pubblicità arrivi a chi non è interessato o addirittura potrebbe avere sentimenti negativi nei miei confronti…

L’intelligenza artificiale cosa fa per evitarlo?
Posso io proprietaria di sto Cervello Iperattivo che non si fa mai i cavoli suoi, sapere cosa sa il web di me?