libri · Pensieri e Riflessioni

Non vi sopporto più!

No, non sto parlando di voi lettori! Sto parlando di alcune parole che hanno il potere di farmi diventare antipatico chi le usa o mi fanno alzare gli occhi al cielo quando le trovo perché non riesco a capire cosa vogliono dire.

La prima in assoluto, quella che sta sul podio, e non solo da quest’anno, è resilienza! Vi giuro, mi viene l’orticaria ogni volta che la leggo o la sento! Per me è e resterà, un termine tecnico dell’ecologia che indica la capacità di un ecosistema, quindi di un gruppo di individui appartenenti a varie specie animali e vegetali, di riprendersi e assumere nuovi equilibri, dopo un evento che ha perturbato il climax (configurazione e maturazione) raggiunto e non la capacità di resistere, come viene invece spesso usata, quasi fosse sinonimo aulico di resistenza! Negli ecosistemi non c’è nulla che resiste, l’ecosistema si piega, soccombe sotto il peso della perturbazione, solo che poi trova nuove strade e nuovi equilibri per continuare a vivere e non è detto che abbia gli stessi elementi di prima, anzi! Quando la usano come sinonimo di resistenza o della capacità di incassare gli eventi normali della vita delle singole persone, a me scoppia la testa! Il vero significato non è attribuibile ad un singolo ma deve prendere in considerazione il suo intorno, il suo ecosistema! L’Italia può essere resiliente, una città può esserlo, una singola persona no! La singola persona può essere re si sten te!

Le altre due parole a dire il vero, sono usate solo nei libri e penso che mai nessuno le abbia pronunciate sul serio in una frase, anzi vi dirò di più, secondo me nessuno, nemmeno chi le traduce o le scrive nel proprio libro, sa bene quale sia il loro vero significato! Sono diventate quasi una tradizione quando si deve descrivere qualcuno si usano dinoccolato e allampanato! Che fastidio!

Dinoccolato a me fa venire in mente i movimenti dei pupi siciliani, delle marionette, con le articolazioni tutte libere e non ho mai visto nessuno, nemmeno per strada, che si muovesse così!

Allampanato a me fa venire in mente una persona alla fine di una corsa o dopo che è rimasta a lungo in un ambiente molto caldo, quindi faccia sudaticcia, colorito rosso…

e invece allampanato significa magro, macilento (e anche qui, di magri e macilenti conosco solo una persona anoressica e il mio prof di pedologia che non concepiva il perdere tempo per mangiare)

Con dinoccolato ci sono andata più vicino ma sinceramente non è che si vede gente con andatura dondolante così spesso…

Cose di me · libri · Pensieri e Riflessioni

Un libro davvero interessante

Da qualche settimana sto leggendo un saggio che con ogni probabilità si potrebbe posizionare nel podio dei libri più belli, assieme ovviamente a quelli della Basso, autrice del personaggio che amo alla follia!

All’inizio ne ero rimasta delusa perché parlava specificatamente della popolazione giovane degli USA e per questo pensavo sarebbe stata una lettura inutile giacché, si sa, ogni realtà, ogni popolo, ha le sue caratteristiche e perfino gli italiani sono differenti dagli inglesi, figuriamoci cosa possono avere a che fare con gli statunitensi!

Invece mi sto ricredendo alla grande, per non dire “alla grandissima”.

Ovviamente molte cose sono tipiche della realtà americana e non possono essere calate nella realtà dell’Italia, ma devo dire che mi sta facendo aprire gli occhi su alcune dinamiche che già ho avuto modo di notare rispondendo ai ragazzi del Gomitolo.

Non sarebbe la prima volta nella storia che ciò che accade negli USA, a distanza di qualche anno arriva a “contagiare” anche il vecchio continente, quindi potrebbe benissimo essere che ciò che sto leggendo (e che si riferisce mediamente al 2007) stia in realtà accadendo qui in Italia in questi anni e che quindi io sia in una sorta di macchina del tempo che mi fa sapere le cose prima.

Non è certo una descrizione di cui andare orgogliosi, quella che esce dalle pagine del testo, ma a chi, come me, fa parte della generazione esattamente precedente, permette di guardare con occhi diversi e forse meno critici di prima, alcune “maleducazioni” tipiche dei giovani. Ma anche di guardare a certi atteggiamenti con un misto di tenerezza e struggimento perché appaiono fagocitati dalle circostanze e incapaci di agire e reagire a quelli che di solito vengono chiamati “eventi della vita”.
Molte delle cose che l’autrice descrive sono riuscita a vederle anche nella mia esperienza (limitatissima) e rendermi conto che non si tratta di problemi del singolo adolescente, ma che sono cose che accomunano tutta la sua generazione, mi fa vedere le cose sotto una luce diversa, un po’ meno critica di sicuro.

Praticamente ad ogni pagina e per ogni riflessione che l’autrice fa, la mia mente va in fibrillazione e mi faccio una serie di domande e considerazioni che mi piacerebbe davvero poter sottoporre ad un suo “equivalente” italiano. In certi punti, sopratutto nelle ultime pagine, mi sto eccitando in modo davvero incredibile!

Questo libro però ha un secondo pregio molto importante e interessante per me, ovvero che mi sta facendo (ri)scoprire quanto mi piaccia la sociologia, l’analisi del comportamento delle comunità di esseri umani.
Ho avuto il primo contatto con questa branca del sapere con un insegnamento all’università ed è stato amore al primo assaggio! Un amore tale che non ho potuto fare a meno di chiedermi “se avessi scoperto questa scienza durante gli anni del liceo, avrei fatto scelte diverse?”

Cose di me · libri

La Sara e i libri: un caso di inciampo

Se provo a ricostruire gli eventi che mi hanno portato ad acquistare e poi a leggere l’ultimo libro che ho letto, mi viene da pensare solo ad un momentaneo smarrimento della coscienza, non credo ci siano altre parole per descrivere gli eventi.

Sono molto selettiva in fatto di libri e ci sono generi che proprio non mi piacciono e li evito come la peste anche se mi dicono che il libro merita, ecc ecc io non prenderò nemmeno in considerazione una eventuale lettura! Primo di questa lista è il gene di fantascienza e fantasia con esseri inventati, supereroi, androidi…

Quando scelgo un libro controllo la trama, l’autore, il gradimento del pubblico e le recensioni (specie quelle negative) su più di un sito ma è difficile che lo acquisti subito perché normalmente ne ho altri 5 6 in attesa di essere letti, quindi normalmente finisce in wishlist in attesa dell’offerta o del momento in cui deciderò di leggerlo.

Insomma, è tutta una serie di step dai quali non mi discosto mai o quasi mai.

Con questo libro le cose sono andate così diversamente dal solito che non riesco a spiegarmi come possa essere accaduto.

L’ho acquistato a prezzo pieno, d’impulso, semplicemente perché l’ho visto in “vetrina” (virtualmente parlando)
L’ho acquistato solo perché l’ho sentito nominare più volte
L’ho acquistato senza preoccuparmi di leggere la trama e senza cercare nessuna valutazione.

Ho iniziato a leggerlo senza fare nulla di tutto ciò fino a quasi il 30% (leggo digitale, non ho le pagine! 😉 ) quando ho cercato info sull’autrice e sul libro che stavo leggendo, scoprendo che ne erano già state fatte varie versioni per lo schermo e che aveva vinto vari premi.

L’ho finito. Senza troppa fatica, devo dire, ma comunque con una buona dose di urgenza di togliermelo di torno. Senza troppi sentimenti, insomma.

Alla fine mi sono chiesta: se avessi letto la trama lo avrei preso? Risp: Sicuramente no.
Mi è piaciuto? Risp: Si e no.

Si tratta di un genere che non è tra i miei preferiti e nemmeno tra quelli “ogni tanto una storia così mi piace” però non è stato male. Almeno non tanto quanto uno di fantascienza!

Cosa ho scoperto da questo inciampo?
Che non comprerò più a scatola chiusa, ma ogni tanto non fa male, però bisogna capire bene quanto chiusa può restare questa scatola.
I romanzi distopici potrebbero piacermi ma devo fare attenzione alle trame come per i libri di fantascienza!

AH, volete sapere il titolo?
Lo trovate come decimo di questa lista https://lasaretta.net/libri-che-ho-letto-2019/