Eventi · Filosofia di vita · Pensieri e Riflessioni

Un po’ come scampare ad un tamponamento in autostrada

Correre in autostrada e vedere nello specchietto un grosso incidente e una volta a casa scoprire che ha fatto decine di vittime.
Non è una cosa che capita spesso, anzi, direi che alla maggior parte delle persone non capita mai nella vita, ma quando succede credo che le emozioni siano davvero molto forti e ci si senta abbastanza miracolati.

Non ho assistito a nessun incidente, ma ho appena scoperto di aver rischiato se non la pelle, almeno qualcosa di molto, molto serio!

Ora per fortuna posso rifugiarmi in questo pensiero, quando farà capolino l’altro pensiero, quello che resterà il mio pensiero fisso e ingombrante come un elefante nel petto, a partire da lunedì.
Nel frattempo Cervello Iperattivo non si lascia sfuggire nulla e si sta seriamente chiedendo “quante cose di seguito possono andare bene prima che arrivi la mazzata?”
Dall’esperienza che posso avere io, al momento attuale, direi che non è una costante avere un basso subito dopo un alto, e cerco di calmarmi perché ad ogni modo è inutile fasciarsi la testa prima di rompersela!

Ma sto divagando, torniamo in strada…
Qualche settimana fa ho fatto un ciclo di antibiotici e oggi scopro che verrà ritirato dal commercio perché ha dimostrato di avere effetti collaterali gravissimi anche permanenti a carico del sistema nervoso e muscolo-scheletrico e che sono accentuati in chi fa anche uso di certi altri farmaci.

Il mio sistema muscolo scheletrico è la cosa più difettosa che esista in natura e si rompe anche solo stando seduta!

Io sono costantemente sotto quegli altri farmaci!

Però ho potuto vedere l’incidente dallo specchietto mentre continuavo la mia strada, dovrei esserne felice! E lo sono!

Oggi non è ancora sabato, come non lo era ieri, anche se la mia testa ne è convinta! Ci sono ancora diverse ore prima di lunedì!

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Confucio o Aristotele?

Come è scritto in un saggio che sto leggendo sullo scrivere bene, è sempre cosa buona cercare le fonti quando si deve citare qualcosa.
Io l’ho fatto ma non sono riuscita a capire se questa massima sia di Confucio o di Aristotele e per di più io credevo fosse in proverbio buddista!
In realtà le versioni simili sono due:

Se c’è soluzione perché ti preoccupi? se non c’è soluzione perché ti preoccupi?
Se c’è rimedio perché ti arrabbi? se non c’è rimedio perché ti arrabbi?

Mi è tornata in mente perché è da molti anni che la conosco e l’ho fatta subito mia, cercando di aggrapparmi e di farne il mio modo di vivere, specie in quei momenti in cui lo sconforto prende il sopravvento, assieme alla sempre valida ma revisionata:

comportati con gli altri come vorresti che si comportassero con te

(revisionata perché l’originale è al negativo e trovo che sia un po’ riduttiva!)

Qualche giorno fa sono stata dall’ennesimo medico che mi ha dato l’ennesima identica diagnosi, che io non voglio accettare!
Questa volta però la mia mente ci ha ragionato su e forse la soluzione l’ho trovata ma…

Lo so, noi pazienti non dobbiamo crederci medici ma è anche vero che se un paziente ha una storia complicata è anche l’unico a poter trovare le soluzioni…
E io sono assolutamente certa, a questo punto, che la mia “diagnosi” sia corretta ma siccome le cose che mi riguardano non possono mai essere semplici e lineari: “non si può riscontrare con esami diagnostici” e l’unica soluzione esistente non può essere applicata su di me!
Bello!
Tutto bellissimo!
Vorrei solo mettermi ad urlare perché a questo punto tutto questo ha anche un colpevole e io lo conosco!

Mi faccio tenerezza da sola!!! Mi viene da piangere, un po’ per rabbia, un po’ per riconoscenza!
Io che ero terrorizzata dalle conseguenze dirette che temevo mi avrebbero precipitato in una spirale di peggioramenti, mi ritrovo a dover affrontare un danno causato da chi non ha avuto nessun ruolo nel donarmi una seconda meravigliosa vita!

Io che a questo punto ho paura dei miei stessi desideri!
Di questi desideri ne ho avuti altri, in passato, e in particolare gli ultimi, forse espressi con voce troppo alta, sono stati esauditi in un modo decisamente alternativo e questo mi fa pensare che qualcuno lassù abbia un suo personalissimo senso dell’umorismo e… come mi dico spesso (tanto ormai citazione per citazione, sto post va così!):

“stai attenta a quello che desideri e a come lo desideri, perché potresti essere esaudita in modi che nemmeno immagini!” Sara B.

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La giornata internazionale della felicità

Nel telefono ho ritrovato un promemoria scritto da me con “giornata internazionale della felicità” quindi è sicuramente un anno che so della sua esistenza… Ma secondo me è più di un anno, direi che questo è il terzo… anzi no, il quarto!
[accidentaccio, QUATTRO??? ]

Ci avete mai fatto caso che tra tutte le emozioni (perché la felicità è una emozione, non un sentimento) è forse l’unica che è a scoppio ritardato?
Spesso infatti ci si rende conto di essere stati felici dopo che quel momento è passato, molto più raramente si ha consapevolezza di stare vivendo la felicità nel momento stesso nel quale la si vive e secondo me è proprio questo il suo problema, viene dimenticata o non considerata, quindi non apprezzata perché scappa via velocemente senza lasciare tracce…
La tristezza o la rabbia ad esempio lasciano cicatrici, vere o nell’anima, la felicità no, è un po’ come il solletico…

Io sono stata felice per un tempo incredibilmente lungo, troppo lungo per poter essere creduta ma so che in quei mesi ero davvero e profondamente felice.
Non lo dico per farmi bella ai vostri occhi, o per farvi invidia, lo dico a me e per me per ricordarmi che può tornare, senza preavviso come il solito, e devo essere pronta ad accorgermi della sua presenza e non farla scappare.
Le ho anche dedicato una poesia e ancora oggi a distanza di un anno e mezzo sono convinta sia una piccola opera d’arte!