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Tante piccole gocce riempiono bicchieri

Ok, forse è poco poetica come cosa ma non potevo usare il mare come paragone perché non sarebbe stato plausibile.
Di cosa sto parlando? Beh, in generale mi riferisco al bisogno di energia che hanno moltissime delle attività umane e che al momento sembrerebbe un argomento molto in voga, visti i non piccoli problemi che ci sta dando il resto del mondo e ai problemi che stiamo affrontando per colpa del cambiamento climatico.

E io ho la condanna di non riuscire sempre a guardare i problemi dallo stesso punto di vista degli altri e in questo caso questa mia prospettiva alternativa è nata ben prima di qualche mesetto fa.

Non per niente vengo da Scienze ambientali!

Che l’umanità abbia bisogno di energia è un dato di fatto.
Che questo bisogno di energia sia immenso e che cresca enormemente ogni anno, è un altro dato di fatto.
Che ci sia una grande quota di energia sprecata è, ahimè, un altro dato di fatto.

Ma, mentre i primi due punti non sono modificabili, non lo è invece il terzo.
A questi tre punti aggiungerei che l’umanità ha le tecnologie per poter disporre di tutta l’energia di cui ha bisogno senza scavarsi la fossa sotto i piedi, o, volendo immaginarla in stile cartone animato, senza tagliare il ramo su cui sta seduta.
Ma per farlo deve agire ed è questo il più grande dei problemi: finché la situazione non sarà molto più che tragica, non si prenderanno provvedimenti. Seri. Efficaci.
E’ proprio una questione di “organismo umano”, il lavoro e l’intenzione dei singoli individui conta ben poco, quello che invece produrrebbe più risultati non viene nemmeno preso in considerazione, perché “si è sempre fatto così” o peggio ancora “non serve a risolvere il problema”.

Ho in mente diversi esempi di quanto una piccola azione, un piccolo intervento potrebbe, se ripetuto decine e decine di volte ovunque sia possibile, portare a dei benefici molto grandi.

Forse l’esempio che ha aspetti positivi in più ambiti è proprio quello dei pannelli fotovoltaici.

Quanti condomini ci sono in una città che potrebbero ospitare qualche pannello? Decine. 

(lasciamo perdere la burocrazia, ragioniamo per utopia) 

Ma non si installano perché quelli che si riuscirebbe a montare non riuscirebbero a garantire l’autosufficienza e a me questa cosa fa letteralmente impazzire!

Ok, non ti danno l’autosufficienza, ma qualcosa ti danno, magari solo per coprire i consumi dell’ascensore e delle luci delle scale, te lo danno!
Questo è ciò che dicevo della goccia e del bicchiere. Sommiamo ipoteticamente questi pannelli che bastano solo per gli ascensori di un quartiere, di una città. Darebbero, sommati, un botto di energia, che quindi non deve essere fatta altrove (si legga le famose centrali nucleari).

Ma non è mica finita!
Pensiamo un attimo alle decine e decine di posti auto che ci sono davanti ai supermercati o ai centri commerciali.

Io non ho mai visto un solo albero in quelle distese di cemento, eppure tutti gli automobilisti (e tutti i clienti) li gradirebbero, perché una macchina chiusa sotto al sole per delle ore, non è per niente confortevole, quando la si va a riprendere.

Ma ammettiamo pure che un albero sia una rottura di scatole perché lo devi piantare, potare, controllare e soprattutto porta via posti macchina che a te proprietario del centro commericiale fanno comodo, perché allora non “piantare” pensiline fotovoltaiche come quelle che si stanno “seminando” sul serio in campi coltivati?
Daresti ombreggiatura ai tuoi clienti, che troverebbero auto più fresche al loro ritorno e consumerebbero meno per rinfrescarle con l’aria condizionata a palla appena entrati nell’abitacolo, ma ne guadagneresti pure! Magari come i condomini detti prima, solo per gli ascensori e un po’ di illuminazione, ma sarebbe comunque un vantaggio per l’intera comunità. E magari faresti felici anche quei clienti che hanno già abbracciato il futuro e già possiedono auto elettriche.
In più, facendo ombra all’asfalto, anche la bolla rovente che si innalza (da auto e asfalto) durante l’estate sarebbe minore e ne gioverebbe tutto il circondario, comprese le case private che si affacciano al parcheggio.

Un’altra cosa che ha molti punti in comune con quello che ho appena descritto, riguarda lo sfruttamento e l’uso dell’acqua piovana.
Cade dal cielo autonomamente ma per come la vedono gli amministratori è una rottura di scatole che è necessario far defluire il più velocemente possibile, ma è davvero questa la migliore soluzione? Ovviamente no! Almeno per come la vedo io.

Sono molti i sistemi che permettono di trattenere e immagazzinare l’acqua piovana, qualcuno ne trattiene di più, qualcuno di meno. Alcuni sono vere opere idrauliche, altre sono semplicemente piccole modifiche a quello che già c’è e si potrebbe riuscire a catturare centinaia di metri cubi di acqua e anche qui i vantaggi ci sono, per tutta la comunità umana e per il singolo.

Innanzitutto si riuscirebbe a ridurre l’impatto devastante delle piogge torrenziali che causano alluvioni, perché già dalle prime gocce, l’acqua non finirebbe “lungo i corsi d’acqua” ma verrebbe trattenuta da qualche parte.

E… trattiene la città più a monte che ha avuto solo un temporale non troppo grosso, trattiene la città più a valle che ha avuto un po’ più di pioggia (ma che non ha ricevuto tutta l’acqua proveniente dalla città a monte) e quella più a valle ancora, ecco che alla fine del fiume ne arrivano migliaia di metri cubi in meno e la piena risulterebbe ridotta di parecchio. E poi semmai quell’acqua trattenuta potrebbe essere liberata pian piano nei giorni seguenti.
Ma per come la vedo io quell’acqua è meglio che venga usata in loco!

Dove sta scritto che l’acqua che usiamo per scaricare il WC deve essere un’acqua potabile?

Qui da me anni fa (ora non so perché la pandemia mi impedisce di frequentare certi posti) in un centro commerciale parecchio grosso, l’acqua per gli scarichi dei WC e per i rubinetti dei bagni, era acqua piovana. Raccolta e filtrata non so come ma non era acqua potabilizzata proveniente dalla rete. Se volevi bere, al di fuori dei servizi igienici c’erano le fontanelle con l’acqua di acquedotto, biologicamente sicura.
Ma qui c’è anche un gran bel vantaggio a cui forse anche loro non avevano pensato all’inizio, se l’acqua è acqua piovana è anche priva di calcare e anche la pulizia dei sanitari richiederà meno tempo, meno prodotti decalcificanti e in generale la vita dei tubi si allungherà e la gestione dei servizi igienici sarà ancora più ecologica e costerà meno in perdite e rotture.

Raccogliere l’acqua piovana potrà poi servire per annaffiare il verde pubblico, i giardini privati, e irrigare anche i campi durante le estati che diventeranno sempre più secche e sempre più calde.
Piccole vasche sotterranee possono arrivare a contenere migliaia di metri cubi d’acqua che potrà essere usata per tutti quegli scopi per i quali non sia necessario usare acqua potabile. E sinceramente parlando, questa necessità la vedo solo per scopi alimentari e di igiene personale, per tutto il resto “basta che sia acqua”.
E bisogna anche considerare che potabilizzare l’acqua ha un costo energetico già di suo, ma bisogna anche considerare che l’acqua da rendere potabile deve per forza di cose provenire da ben determinati corsi d’acqua per essere il più pura possibile, infatti, spessissimo è acqua di falda, acqua di fonte, quindi acqua in un certo senso preziosa!
Siamo proprio sicuri di volerla sprecare per buttare nelle fogne la pupù?

Ma passiamo ad un altro fronte, l’industria, in particolare quella cosiddetta pesante, consuma un sacco di energia, altoforni e metalli fusi hanno bisogno di una quantità immensa di energia, ma, fintanto che le leggi della termodinamica continueranno a funzionare sul nostro pianeta, l’ultimo gradino della degradazione dell’energia è l’energia termica.

Non si potrebbe fare in modo di affiancare a queste scatole roventi un impianto di teleriscaldamento? Ne gioverebbe la fabbrica che riuscirebbe a abbassare le temperature in alcune zone senza dover far uso di condizionatori e ne guadagnerebbero i cittadini che riceverebbero acqua calda per i sanitari ma, ancora meglio per il riscaldamento… a pavimento! Che è il riscaldamento che richiede la minor temperatura dell’acqua circolante e che quindi potrebbe arrivare a sfruttare anche il “calore” più basso fornito dalla fabbrica.
E se poi l’acqua circolante è anche acqua piovana ecco che abbiamo fatto l’en plein e risparmiato una non trascurabile quantità di energia creata appositamente!

Sembrano sciocchezze, sembrano cose di poco conto o ininfluenti su larga scala, ma io sono fermamente convinta che non sarebbe così piccolo il vantaggio che se ne ricaverebbe.
Il problema è come sempre, riuscire a guardare questo vantaggio da una prospettiva diversa e mi rendo conto che questo è uno dei più grossi limiti dell’organismo umano nella gestione dei suoi problemi.

*-*-*-*-*-*- Edit aggiunta *-*-*-*-*-*-

22/02/2023 Pochi giorni fa la mamma mi manda questo articolo su un paese del vicentino, Santorso Vicentino per l’esattezza, che sta provando a fare proprio quello che io, senza saperlo, ho descritto qui sopra, nella mia grande ignoranza di laureato in Scienze ambientali che non ha mai messo le mai in pasta in quello che ha studiato e io sono molto orgogliosa di aver pensato a queste cose e di vedere che non sono idee così balzane visto che qualcuno ci sta letteralmente già provando. Santorso Vicentino, il paese che assorbe l’acqua piovana

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Ciao Piero!

Oggi, 13 agosto 2022, poco prima di mezzogiorno è stata data la tragica notizia: Piero Angela ha lasciato questo mondo.

Sono triste, inutile girarci attorno.

Sono triste, ma sono anche felice di aver potuto vivere tutta la mia vita fino ad ora con la compagnia della sua voce.

E’ stato la colonna portante (e sonora, con l’aria sulla quarta corda) della mia vita e probabilmente non esagero se dico che è anche grazie a lui, ai suoi documentari al suo modo di spiegare le cose, che ho scelto di fare gli studi che ho fatto.

Grazie a lui e al suo modo affascinante di esserci con i suoi programmi, mai banali, e anche incredibilmente innovativi come il viaggio nel corpo umano (del quale ho ancora le videocassette) mi teneva incollata alla televisione.

Un uomo di scienza che sapeva trasmettere il sapere a chiunque, bastava ascoltare e capivi anche le cose più complesse del cosmo.

Mancherà.

Mancherà alla televisione tutta e ai telespettatori che come me lo consideravano quasi un parente.

Ciao Piero!
Mi permetto di chiamarti così anche io, perché un po’ mi sento tua figlia anche io.

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E finalmente siamo trasferiti!!!!

E alla fine ce l’abbiamo fatta!
Dopo aver rinviato, rimandato, procrastinato per ogni possibile motivo, dal filo non sistemato ai mobili non montati, al troppo vicino alle vacanze, alla fine siamo riusciti a traslocare in casa nuova.

E’ bella, mi piace, ha tre terrazzini e ho una camera gigantesca rispetto a quella in cui ho vissuto in questi 42 anni!

Apparentemente è andato tutto bene, il trasferimento, intendo, perché altre cosette non sono andate benissimo e non mi riferisco ai restauri perché di quelli so poco o nulla.

Il mio bagnetto, ad esempio!

Il super WC tanto desiderato, tanto sognato… non riesce a fare su di me nessun lavaggio!
La posizione del mio culo non è compatibile con i getti e io non posso sedermici che così!
Quindi al mattino è proprio un gran disagio e finirà pure che mi faccio male, perché devo usare il doccino della doccia e ovviamente mi lavo anche le scarpe perché non è certo la posizione giusta!

Sono abbastanza rattristata da questa cosa, era forse l’unica che mi rendeva felice del cambio casa.

Passerà! Alla fine passa sempre tutto e troverò il modo di fare le cose ugualmente senza disagio, ma al momento sono un po’ triste, ecco!

Comunque…
Ho ovviamente portato il mio PC, e siccome sulla scrivania ho il porta cavi, ho pensato che fosse una buona idea etichettarli.
Eh, già! Ottima idea!

Prendo carta penna scotch e mano a mano che il papà attacca i jack io preparo i foglietti e li attacco.

I cavi hanno due estremità, spina e jack.
Da quale parte pensate che abbia messo la targhetta?
Oh, YEA! dalla parte del jack, OVVIAMENTE!!!

Sono un genio e dovevo dimostrarlo nuovamente a me stessa!

Comunque sapevatelo, cambiare modem è un delirio! Gli aggeggini che hanno bisogno della rete sono sempre di più e io devo ogni volta (o quasi) digitare la pwd perchè non sempre c’è qualcuno disponibile ad andare a schiacciare il pulsante del modem che ovviamente è in un posto fuori dalle scatole (e non più sopra alla mia testa) ma a me è sempre e comunque inaccessibile! (che senso ha tenerlo a portata di mano mia?)
Per ora ho fatto:
2 PC (mi manca il terzo)
kobo
3 telefoni
tablet
TV
portal
Alexa (che non ne voleva sapere di riconfigurarsi)

Anche il letto, comunque ha i suoi problemini, purtroppo!
Innanzitutto è troppo alto ma per fortuna c’era la pedana altissima che il papà aveva costruito sperando di farmi usare i divani che c’erano qui e che si è rivelata ottima per salire sul letto; e avendo le doghe, ha anche una voragine ad altezza testa, che rende impossibile metterci il rialzo che avevo prima (una coperta), quindi stiamo studiando un sistema alternativo. Nel frattempo mi alzo col torcicollo ogni mattina e/o con un mal di testa da apnee che resto rimbambita fino all’ora di pranzo!

Però la casa è bella!