Eventi · Pensieri e Riflessioni

Giorni di isolamento

Come di notte
in una nebbia fitta,
silenziosa di voci,
rumorosa di pensieri

Gli eventi stressanti non sono mancati nella mia vita, e non parlo dello stress come lo intende la maggior parte delle persone: qualche preoccupazione, troppe cose da fare o a cui pensare. Parlo dello stress da evento traumatico, fisico o psicologico.

Per quanto mi riguarda, questo isolamento non ha cambiato molto la mia quotidianità, fatta di PC, pasti, divano, smartphone e kobo… Quindi non mi sta pesando da questo punto di vista, perché non è cambiato poi granché.
Ma lo stress psicologico, la paura, l’angoscia, mi stanno mettendo duramente alla prova.
Per fortuna, di solito, durante il giorno tengo botta, resisto abbastanza bene anche quando ricevo i bollettini dei giornali appena accendo telefono…
Eh si, perché io ho nel cuore ben 2 anestesisti e per tenerli d’occhio, a suo tempo, mi ero fatta una serie di alert con google, quindi ogni mattina mi ritrovo gli aggiornamenti dei giornali.
Alla sera, dopo una lunga giornata, probabilmente per la stanchezza, non manca mai un crollo con pianto conseguente e umore rabbuiato e pensieri che diventano molto rumorosi in certi momenti.

Da giorni l’angoscia ha toccato livelli mai vissuti prima, ma fino a ieri sera era una paura egoistica, riguardava solo la mia salute perché so che le condizioni dei miei polmoni sono tragiche già così. Sapevo anche che sarebbe durata qualche giorno, perché dopo circa 3 giorni il mio cervello non regge più una tensione così forte e molla un po’ il livello di allerta. E sempre stato così da quando l’ho notato, e mi ha sempre permesso di tirare il fiato.

Ieri, con molta fatica, contando i giorni passati dall’ultima uscita pericolosa, i possibili eventi di contagio, e altre cose, tipo cercare di razionalizzare tutti i doloretti e le varie sensazioni che mi manda il mio corpo, sensazioni che già normalmente “ascolto”, ero riuscita ad abbassare un bel po’ l’asticella dell’angoscia e a tirare finalmente un sospiro.
Ma non è durato molto, perché è arrivato pesante e fulmineo un nuovo pensiero a far alzare di nuovo l’angoscia.
Si è aggiunta la preoccupazione per mia sorella, perché ora è arrivato anche lì, ma il governo non farà nulla! E lei deve andare al lavoro con i mezzi. Lei e il suo ragazzo!
Grazie al cielo, mentre scrivevo ci ha detto che la sua ditta ha deciso in autonomia di prendere misure drastiche e starà a casa… prospettano anche per 2 mesi!

C’è poi il fatto che in generale non ho mai fatto molte chiacchiere con i miei amici né via chat e nemmeno via telefono, probabilmente per una mia incapacità di mantenere la conversazione ma anche perché i miei tempi sono sempre stati diversi da quelli degli altri. Io sono più libera al mattino, meno al pomeriggio, nulla dopo le 18, mentre per loro di solito è esattamente l’opposto!
E adesso mi trovo a non saper bene cosa fare perché non sono nelle condizioni per reggere di saperli malati ma nemmeno non sentirli mi sembra la strada giusta…

Non mi sento egoista ad aver paura solo per me, ma so che non posso, fisicamente e psicologicamente, preoccuparmi (aver pensiero, come si dice qui) anche per qualcun altro che non siano i miei diretti familiari.
Mi sembra di far loro un torto se mi preoccupassi di più per qualcun altro. Come se la mia preoccupazione potesse effettivamente fare qualcosa per la loro salute…
Lo so è scemo, stupido, insensato, forse anche incomprensibile questa strana priorità, ma questa cosa che provo è davvero molto forte e sopratutto non è nuova di questi giorni!
So però che non riuscirei a non preoccuparmi e a stare in ansia se qualcuno a cui sono affezionata stesse male. Ed è una spirale di pensieri veramente assurda!