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Dimenticare

Ho 38 anni e dovrei essere abbastanza matura per farmi scivolare addosso questo evento e invece mi si è appiccicato addosso e non ne vuole sapere di ragionamenti logici per andarsene.
Come avevo sospettato e immaginato si sono dimenticati di me!
Si sono dimenticati di avere un articolo da correggere che oramai è praticamente completo.
Sono perfettamente giustificati perché non deve essere facile lavorare a mille cose contemporaneamente, altre tesi, la didattica, il figlio piccolo, il dottorato… e lo capisco.
Tutto in questa vicenda è perfettamente giustificato, giustificabile, ovvio e tutto ma a me continua a far male l’aver avuto la certezza di essere stata dimenticata. Io che li ho sempre informati anche se per 2 giorni non avrei potuto lavorare alla tesi o all’articolo per altri impegni, io che gli ho chiaramente detto che le mie energie e possibilità fisiche sono ad orologeria che oggi sto bene e domani mai più…

Vi dico come sono andate le cose
24 gennaio spedisco l’ultima bozza dell’articolo che è pronto per la massima parte
1 febbraio spedisco la nuova introduzione che sostituisce quella precedente perché dalle parole del prof avevo immaginato non andasse bene quindi l’ho completamente rifatta.
18 febbraio chiedo se avevano qualche indicazione perché di solito sono molto veloci a farmi avere almeno qualche indicazione a voce, se non proprio le correzioni, e temo che si dimentichino della cosa. Il prof mi dice che ha 4 lauree e altre cose e che ha mandato S in vacanza perché ne aveva bisogno (e sono pienamente d’accordo) e che mi farà sapere appena può
26 febbraio il prof ancora tace, S mi scrive di essere tornata e che “appena possibile metterò mano alla bozza”

Poi silenzio e attesa. La mia.
E ogni giorno che passa diminuisce l’interesse già ridotto all’osso per questa pubblicazione (che a me non serve perché non la potrò spendere nel cosiddetto mondo del lavoro) e sopratutto ogni giorno di più mi dimentico completamente i ragionamenti fatti, il perché delle frasi ecc…

Siccome sono carogna ma anche vigliacca, e ora ho la certezza certa e provata che si sono dimenticati di avere un lavoro aperto con me, decido di mettere lo “Stato” su whatsapp visibile anche a S, perché fondamentalmente non ho più voglia di andare avanti perché è e sarà una fatica troppo grossa riprendere in mano quel lavoro ma allo stesso tempo vorrei sbattergli sul naso il loro comportamento.

Aspetto un giorno.

Il giorno dopo ancora, quindi il 22, spedisco una mail a S facendomi aiutare nella stesura perché io rischiavo di essere troppo scortese e maleducata. Mail spedita ore 9 del mattino.
Ore 16 ricevo risposta “Ho ripreso in mano il tuo lavoro proprio stamattina”
Le sentite anche voi le unghie sulla lavagna?
Quella frase era scritta in una mail ma se me la avessero tatuata sotto ai piedi (posto che, per la cronaca, è quello che mi da più fastidio anche solo essere accarezzata) mi avrebbe probabilmente fatto meno male!

Per fortuna deve essersi resa conto e non ha usato il “scusa, mi ero scordata” perché immagino che dal loro punto di vista non ci sia nulla di cui scusarsi o magari ha voluto salvare la faccia…

Mi rendo conto che sono sciocca, che comunque non ho null’altro da fare perché le mie giornate sono vuote, ma nonostante tutti i ragionamenti che faccio continuo a starci male. Chissà, magari è perché sta cosa non mi interessa più e non ho nessuna voglia di finirla? Che sia perché è da gennaio 2018 che ci sto sopra girandoci dentro come una mosca?
Chissà quale è il vero motivo!
Non posso nemmeno dar colpa al ciclo perché non lo so, il dottore non mi ha prescritto gli esami e forse potrò andare a farli privatamente solo la prossima settimana…