Anni fa, in un periodo nel quale in casa c’era quell’atmosfera pesante e densa tipica della preoccupazione per la salute di qualche parente, mi sono imbattuta in un twit con un ashtag particolare che attirò la mia attenzione talmente che lo feci mio cambiandone un po’ il significato associato e iniziai ad usarlo.
La intenzione originale prevedeva di scrivere una micro lista, fatta di sole 3 cose, che rendevano in qualche misura felice, poco o tanto che fosse.
Non so cosa mi ha spronato, ma l’ho usato a mio modo come una specie di medicina, e l’ho usato anche in seguito quando mi sono ritrovata nuovamente in quella situazione di angoscia, apprensione e preoccupazione tipica di quelle situazioni.
Ogni giorno mi sforzavo di trovare le #3cosebelle che nella giornata mi avevano alleggerito di quel macigno che avevo nel cuore e sulla testa.
Non vi nascondo che in certi giorni era davvero difficile ma più era difficile più mi sforzavo di farlo ogni giorno. Non erano quasi mai cose grandi, di “grossa” felicità, anzi spesso erano un cibo amato o un messaggio o uno scambio di battute, o una sensazione fisica… però, sforzarmi di trovarne almeno tre mi aiutava a ritornare sui binari della vita vissuta e non farmi travolgere dalla nube nera! Ritrovavo un po’ la giusta prospettiva delle cose.
Quando sto bene però evito di usarlo perché ho paura che perda il suo potere, perché di certo ricorderei cosa ho scritto quando non avevo preoccupazioni e non riuscirei a trovare nulla di paragonabile nei momenti di buio.
E questa è solo una delle varie cose delle quali mi piacerebbe poter parlare con uno specialista, non che abbia bisogno di psicoterapia ma per sapere cosa ne pensa…